lunedì 30 aprile 2012

La porta dello spavento supremo






Quello che c'è ciò che verrà
ciò che siamo stati
e comunque andrà
tutto si dissolverà
Nell'apparenza e nel reale
nel regno fisico o in quello astrale
tutto si dissolverà

Sulle scogliere fissavo il mare

che biancheggiava nelll'oscurità
tutto si dissolverà

Bisognerà per forza

attraversare alla fine
la porta dello spavento supremo


Franco Battiato

Contemplazione del non andare e non venire

Questo corpo non è me.
Non sono limitato da questo corpo.
Sono vita senza confini.
Non sono mai nato e non sono mai morto.

Guardo l'oceano e il cielo stellato,
manifestazioni della mia meravigliosa Vera Mente.

Sono libero al di là di ogni tempo.
Nascita e morte sono soltanto porte che oltrepassiamo,
sacre soglie nel nostro viaggio.
Nascere e morire sono come giocare a nascondersi.

Allora ridi con me,
prendimi per mano,
diamoci un saluto,
un arrivederci,
per ritrovarci presto.
Ci ritroviamo oggi.
Ci ritroveremo domani.
Ci ritroveremo alla sorgente in ogni momento.
Ci ritroveremo in ogni forma di vita.

da Il Canto del Cuore, Thich Nhat Hanh e la comunità monastica di Plum Village
ed. Essere Pace

(Oggi ho partecipato al funerale della madre di un caro amico.
Gli ho offerto questo canto della tradizione buddhista. Credo possa essere nutriente)

Manifesto futurista della nuova umanità



Vasco Rossi

Guarda dove vai



Vasco Rossi

Wonder





Why we can't be
or see who cuts us asunder
like a boor felling a tree
you're the thunder
going under
over me


Don't forget to pray
to keep it away
away from every day
where you wonder
why we can't be ...

Soap&Skin

Incursioni sonore a Galbusera Bianca (LC)

Domani, primo maggio, all'Oasi Galbusera Bianca, Loredana e Barbara saranno a disposizione per far provare un trattamento di riflessologia plantare secondo il metodo tradizionale cinese On Zon Su a chi ne avesse voglia.
Se il tempo sarà clemente, io sarò nel prato, con un po' di percussioni, per invitare le persone a fare brevi esperienze di improvvisazione musicale, per muovere la propria creatività e la propria energia, all'insegna dell'emancipazione musicale.
Riflessologia plantare e improvvisazioni musicali saranno ad offerta libera.


Musica di specie.

Let me tell you about her




I wasn't very indiscreet and yet
That is a notion that I might as well forget
Friends look at me these days with fond surprise
But when I start to speak they roll their eyes

Let me tell you about her

Hush now, I've said too much
There's something indescribable I can't quite catch
Let me tell you about her
The way that she makes me feel
Then draw a curtain on this scene I shan't reveal

Some things are too personal

Too intimate to spill
And gentlemen don't speak of them
And this one never will

I wasn't very conversational

Accept to say that, "You're sensational"
Friends now regard me with indulgent smiles
But when I start to sing they run for miles

Let me tell you about her

Hush now, I've said too much
There's something indescribable I can't quite catch
Let me tell you about her
The way that she makes me feel
Then draw a curtain on this scene I shan't reveal


Elvis Costello

venerdì 27 aprile 2012

Aven Ivenda



Sa gada guglije munrrije sa gada dilije
Ucharla iva parne
Thaj duj cikne asvora
Sar duj cirikljora
ivja furjan
Ileja
Aven Ivenda

So te cera rromano kopile
Vo isuso sas kopile
Thaj cerlas katar o paj mol
Kale themeja men ustavasa
Punrro ci mekasa
Lundze droma
Ileja
Aven Ivenda


Goran Bregovic

giovedì 26 aprile 2012

Lupo e il dentista

avevo mal di denti
e un pasto nudo davanti

un uomo mi ha guardato in bocca
con occhiali di plastica in viso

vibrano ancora le mie ossa
bianche di corno
rosse di sangue

il mal di denti è cambiato
non è passato e non è più solo

il pasto nudo si è fatto più grande
grande immangiabile pasto nudo

Natura morta con vivo

una stanza chiusa
una luce a neon
un profumo artificiale e pungente
un telefono grigio
una bottiglia d'acqua vuota
sei sedie blu
un computer
una persona seduta
che sono io
e non io

perché?
dove sarò domani?

mercoledì 25 aprile 2012

Ali

 immagine pescata dalla rete


L'uomo naso guardava gli uccelli becco prendere il volo.
Si chiese dove sono le mie ali?
Aveva denti aguzzi e piedi forti.
Ma la felicità, per lui, era in quelle ali.
Morì triste e rassegnato.

Il nome della rosa



Accanto al salterio v'era, evidentemente terminato da poco, uno squisito libro d'ore, dalle dimensioni incredibilmente piccole, sì che avresti potuto tenerlo nel palmo della mano. Esigua la scrittura, le miniature marginali erano a malapena visibili a prima vista e chiedevano che l'occhio le esaminasse da vicino per apparire in tutta la loro bellezza (e ti chiedevi con quale strumento sovrumano il miniatore le avesse tracciate per ottenere effetti di tanta vivacità in uno spazio così ridotto).

Umberto Eco

martedì 24 aprile 2012

Un altro giro di giostra



Per questo la chemio mi piaceva e mi ci attaccavo come a una corda che qualcuno mi aveva gettato per salvarmi dalla tigre che avevo sopra di me e dal baratro che avevo sotto. Per questo intendevo farla prendendo coscienza di ogni goccia, osservando ogni suo effetto, partecipando alla sua azione con tutta la mia concentrata attenzione. La chemioterapia era l'inizio di un possibile altro pezzo di esistenza, un altro giro di giostra. E mi piaceva che nel gergo dell'ospedale il giorno dell'iniezione fosse chiamato « Day One », e che a cominciare da quello si stabilissero le scadenze dei vari esami e dei vari altri trattamenti da fare. Anche per me quello era il «primo giorno»...

Tiziano Terzani

domenica 22 aprile 2012

Sostiene Pereira



Quante al giorno?, chiese il dottor Cardoso. Pereira ci pensò un attimo. Dipende dai giorni, rispose, ora in estate, per esempio, una decina. Dieci limonate al giorno!, esclamò il dottor Cardoso, dottor Pereira, mi sembra una pazzia, e mi dica, ci mette zucchero? Le riempio di zucchero, disse Pereira, metà bicchiere di limonata e metà di zucchero. Il dottor Cardoso sputò il filo d'erba che teneva in bocca, fece un gesto perentorio con la mano e sentenziò: da oggi è finita con le limonate, le sostituiamo con acqua minerale, meglio se non gassata, ma se preferisce acqua gassata va bene ugualmente.

Antonio Tabucchi

giovedì 19 aprile 2012

Pace fiore madre rondine amante orientale insonne perduta

Sogno di essere qui.
Sogno di perderti. Hai i capelli che ricordo, gli occhi che ricordo. Quel vestito a fiori.
Strappo i fiori uno a uno, uno a uno. Rimani nuda, come la pietra.
Sogno di perderti, a denti stretti. Nel nostro addio ci sono i nostri baci. Avremo pace, diciamo, avremo pace. Condivideremo la pace. Saremo soli nella nostra pace.
Sogno di ritrovarti. Nella penombra. Mi amavi, mi dicesti, ti amavo.
Sia quel che sia, Morfeo, non importa. Non mi girerò indietro. È un errore che conosco. Mi specchio nei tuoi occhi scuri e profondi. Rivedo mia madre. Le mani di mia madre da giovane, a vent’anni. Quando era solo una ragazza orfana di padre e di madre. E madre non era neppure lei, neppure in sogno. Timida ragazza troppo magra per quei tempi, ché le donne formose era meglio. So del legame con tuo fratello, mio zio, lui sposato troppo giovane. So di questa malinconia che vedo negli occhi di Morfeo mentre ti sogno, madre amante perduta. Ho un vortice di malinconia tra le mani, nel petto, sotto al naso, mentre ti respiro, mi approprio del tuo respiro che ricordo, come oggi, che ricordo come il più sentito ringraziamento al sudore e al sole. Fiore madre amante perduta. Cresci tra la ghiaia e la polvere. Mi piego per coglierti, sporcando le mani di polline. Ti prendo se ti perdo ti prendo se ti perdo.
Sogno di ritrovarti. Come vergine, dagli occhi a mandorla. Fiore madre amante orientale perduta. Ho il tuo fiato tra le dita, ti accarezzo, ti chiamo, voce di piccolo, rondine che mi porti il cibo. Fiore madre rondine amante orientale perduta. Ti ho chiamato tutte le notti, nel sogno, qui negli occhi di Morfeo, tutte le notti di sogno e le notti insonni, contando i respiri, cercando cercando e registrando tutto quello che passa, i secondi che trascorrono nel buio. Fiore madre rondine amante orientale insonne perduta. 
Sogno che ti perdo. Amo e ti perdo. Urlo e ti perdo. Mangio e ti perdo. Bevo e ti perdo. Urino e ti perdo. Cago e ti perdo. Mi lavo e ti perdo. Chiudo gli occhi e ti perdo. Studio e ti perdo. Imparo e ti perdo. Dimentico e ti perdo. Leggo e ti perdo. Scrivo e ti perdo. Ogni parola sul foglio e ti perdo. Ogni parola. Ogni lettera. O-g-n-i-l-e-t-t-e-r-a.
Avremo pace. Condivideremo la pace. Saremo soli nella nostra pace.
Pace fiore madre rondine amante orientale insonne perduta.

Elogio della follia

 More about Elogio della follia

Sono della stessa razza quanti nutrono la folle ma piacevole convinzione di non essere esposti a morire in giornata, se hanno visto il simulacro ligneo o l'immagine dipinta di un gigantesco san Cristoforo (il nuovo Polifemo); o credono di tornare sani e salvi dalla battaglia, se hanno rivolto le debite preghiere alla statua di santa Barbara; o di arricchirsi in breve rendendo omaggio a sant'Erasmo in certi giorni, con speciali moccoli e determinate formulette.

Erasmo da Rotterdam

A proposito delle citazioni a caso

Visto che nel tempo è andata avanti, la spiego in un post apposito: l'idea è semplicemente quella di pescare un periodo a caso dai libri che possiedo e riportarlo nel blog. Le libere associazioni fanno il resto.
Nei vari tentativi fatti finora, mi colpisce la forza evocativa che tali recuperi hanno.
L'importante è non barare. Pesco sempre quel che capita al primo tentativo, e quello riporto nel blog.
Io mi diverto un sacco, perché è un gioco che rivela molto di come funziona la nostra mente.
Per leggerle tutte, basta scegliere l'etichetta citazioni a caso.
Le citazioni che riporto invece dopo una precisa scelta personale, hanno forma e destino diverso, e sono raggruppate sotto l'etichetta citazione.
Ti invito a provare: pesca anche tu a caso dalle tue letture e prova a dargli senso autonomo.

Le corse, 40 novelle

Il Raggio percorre con rapidità meravigliosa l'immensa distanza che è tra il sole e noi; ed arriva con forza tale, che tutta la natura si desta; ed ha tale bellezza, che tutte le rose si fanno rosse al suo apparire, ed esalano per lui ogni fragranza.

Hans Christian Andersen

mercoledì 18 aprile 2012

Novelle per un anno

Prima comparve l'asino e cadde: si abbandonò disperatamente, con le orecchie ciondoloni, gli occhi chiusi, tutto trafelato e sbuffante, come a dire che proprio non ne poteva piú. Sopravvenne, arrovellato, come una furia d'inferno, Natale, col randello brandito.
- Sú, majale! sú!
Perché pare che un asino si debba offendere a sentirsi dare del majale. Ma invece no.

Luigi Pirandello

I miserabili

Davanti a tutto ciò che non era la repubblica, chinava castamente lo sguardo: era l'amante marmoreo della Libertà. La sua parola fieramente ispirata vibrava come un inno, con inattesi voli.

Victor Hugo

This compost, Leaves of grass



What chemistry!
That the winds are really not infectious,
That this is no cheat, this transparent green-wash of the sea which
is so amorous after me,
That it is safe to allow it to lick my naked body all over with its tongues,
That it will not endanger me with the fevers that have deposited
themselves in it,
That all is clean forever and forever,
That the cool drink from the well tastes so good,
That blackberries are so flavorous and juicy,
That the fruits of the apple-orchard and the orange-orchard, that
melons, grapes, peaches, plums, will none of them poison me,
That when I recline on the grass I do not catch any disease,
Though probably every spear of grass rises out of what was once
catching disease.

Walt Whitman

Inferno Canto XXV, La Divina Commedia

Illustrazione per l'Inferno di Dante (c) Lorenzo Mattotti

Gia` eran li due capi un divenuti,
quando n'apparver due figure miste
in una faccia, ov'eran due perduti.

Dante Alighieri

lunedì 16 aprile 2012

Se la musica non piace?

Secco, diritto, potente, convinto. Il suono di questa banda di lavoratori scalmanati, gitani e turchi ed italiani e sognatori lontani. Ci tarpano le ali, per farci aprire gli occhi, battere i piedi sulla terra. Uniamo le forze.
Ma se la musica non piace?
C’è intimità tradita. Amorio. Schegge di vita e frammenti di coscienza.

Aveva ragione la torre di Pisa

Sento le vibrazioni del computer passare attraverso la scrivania e la tastiera e le mie braccia. Risonanza con la mia scatola cranica. Immigrati clandestini nella mia testa. Testa testa testa, croce. Ci sono stati di coscienza difficilmente conciliabili, che producono una scissione poco comprensibile. Il mio pensiero si aliena ad un emisfero per resistere nell’altro, e viceversa. Una scossa elettrica come non ne avvertivo da tempo – quanto? Un giorno è più di un mese? In un orologio alla rovescia cosa conviene tenere come punto di riferimento? Le lancette delle ore o dei secondi? – mi percorre lungo tutto il corpo, ci sono zone in cui rallenta, indugia, ed è dove l’acqua si fa più profonda, i cerchi concentrici più ampi, il verde più cupo – se vedo come in trance le parole uscire dalla bocca i loro segni scuri dispersi nell’aria segni di catrame e polveri il sole ha occhi brillanti di droghe e pazzia in movimento sotto l’ombra dell’asfalto le case si sciolgono ed il gelo le ricongela in forme notturne sghembe irrequiete instabili “aveva ragione la torre di Pisa!” – la musica torna come un onda alla mia coscienza tono su tono. Dimentico da dove provengo, dove andrò e il momento che è presente e fugge è tutto ciò che le mie mani cercano di afferrare. Non so se sarà mai possibile rendersi conto del presente senza ricordare il passato.

...E un'altra

Alla fine di questa giornata rimane ciò che è rimasto di ieri e ciò che rimarrà domani; l’ansia insaziabile e molteplice dell’essere sempre la stessa persona e un’altra.

Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares, Ed. Feltrinelli

Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares


Sto scrivendo, è la tarda mattinata domenicale di un’ampia giornata di luce soave a cui, sui tetti della città ininterrotta, l’azzurro sempre inedito del cielo chiude nell’oblio la misteriosa esistenza degli astri.
Anche in me è domenica…
Anche il mio cuore va in una chiesa che non sa dov’è, e va vestito con un abito di velluto-fanciullo, con il volto arrossato dalle prime impressioni, sorridendo senza occhi tristi sopra il colletto molto grande.

Fernando Pessoa

sabato 14 aprile 2012

Black


Sheets of empty canvas, untouched sheets of clay
Were laid spread out before me as her body once did
All five horizons revolved around her soul
As the earth to the sun
Now the air I tasted and breathed has taken a turn
Ooh, and all I taught her was everything
Ooh, I know she gave me all that she wore
And now my bitter hands chafe beneath the clouds
Of what was everything
Oh, the pictures have all been washed in black, tattooed everything...

I take a walk outside
I'm surrounded by some kids at play
I can feel their laughter, so why do I sear
Oh, and twisted thoughts that spin round my head
I'm spinning, oh, I'm spinning
How quick the sun can, drop away
And now my bitter hands cradle broken glass
Of what was everything?
All the pictures have all been washed in black, tattooed everything...
All the love gone bad turned my world to black
Tattooed all I see, all that I am, all that I'll be...yeah...

I know someday you'll have a beautiful life, I know you'll be a star
In somebody else's sky, but why
Why, why can't it be, why can't it be mine

venerdì 13 aprile 2012

Ri-detti (9)

Chi la fa
tiri l'acqua

mercoledì 11 aprile 2012

Pioggia, pioggia benedetta



[quel che arriva dopo...]

Samadhi a occhi aperti

La meditazione non è una tecnica di imitazione: è creativa. I meditanti che si limitano a imitare i loro istruttori non vanno lontano. […]
Un buon meditante pratica in qualunque momento, senza perdere una sola occasione, una singola opportunità, un minimo evento, per guardare in profondità nella natura della produzione condizionata. Pratica in perfetta concentrazione tutta la giornata. E, con gli occhi chiusi o aperti, la natura della meditazione è sempre il samadhi. Abbandona l’idea di dover chiudere gli occhi per guardare all’interno, e aprirli per guardare all’esterno. Un pensiero non è più un oggetto “interno” di quanto una montagna sia un oggetto “esterno”. Entrambi sono oggetto di conoscenza; nessuno dei due è interno o esterno. La grande concentrazione è raggiunta quando sei totalmente presente, in comunione profonda con la realtà vivente. Allora la distinzione tra soggetto e oggetto svanisce, entri con facilità nella viva realtà, hai lasciato da parte gli strumenti di misura della conoscenza, cioè le nozioni che il Buddhismo chiama “conoscenza errata”.

Thich Nhat Hanh, Il sole il mio cuore, Ubaldini Editore

Carnale

arrampicarmi sul tuo corpo
illuminarmi nei tuoi occhi
scivolare sulla tua pelle
arrotolarmi tra le tue dita
esplorare le tue caverne
cantare il tuo nome in mezzo ai tuoi seni
stringermi tra le tue gambe
respirare il fuoco della tua vita.

e poi, riposare insieme al sole
della solitudine.

Se il vuoto esiste


(c) lorenzo mattotti


Se il vuoto esiste, ne sono parte o ne sono escluso?
Il suono è presente o assente?

Il vuoto. L’ho lasciato quel giorno di trentasette anni fa, sotto le luci a neon dell’ospedale, mentre rosso piangevo, e loro ridevano, e la gioia e il dolore uniti. Cosa sono? Come può una sola anima contenere tutta questa potenza?
Il vuoto e la paura: presenza o assenza?

Il vuoto. L’ho immaginato, bambino, tutte le notti prima di addormentarmi, in quelle voci e quei volti paonazzi che fluttuavano come palloncini intorno alla mia coscienza. Ne avevo orrore, ne percepivo la perversione, la distanza, la corruzione, mentre la mia anima precipitava nel buco nero dell’adolescenza. Non avevo anticorpi, mi provocavano attacchi di asma e vertigini. La gola stretta, non avevo il coraggio di guardare, di parlare, di decidere della mia giovane vita.

Il vuoto. L’ho temuto, nelle notte insonni dell’adolescenza, nelle consolazioni chimiche del valium, mentre inconsapevole chiodavo una bara già stretta, e nei miei polmoni e sulla mia pelle si depositavano strati e strati di paura. Prigioniero della vita, già morto, legato mani e piedi alle abitudini di cui mai sono stato padrone. Ucciso prima di vivere dalle attese, dalle regole, dalle ipocrisie, dai ricatti, dall’ombra dell’amore.

Il vuoto. L’ho intuito quella notte davanti al mare con le braccia strette ai suoi fianchi.
E mi sentivo in pericolo, alla deriva, affogato dall’amore e dall’illusione dell’immortalità. Ma eterno, per davvero, nel respiro delle onde e nel pizzicore del sale.

Il vuoto. L’ho sospettato davvero quel giorno di sei anni fa, prima delle pustole sul mio corpo, e della confusione più totale di una nuova vita. Quel giorno, mentre stringevo mio figlio per la prima volta, e sentivo la pienezza del cuore, e comprendevo con tutto me stesso di essere completamente impreparato alla vita.

Il vuoto. L’ho saputo, per certo, al centro dei miei occhi, nella posizione della chiara visione, mentre abbandonavo la lotta contro i miei dolori e le forze contrarie. Mentre la luna si faceva di nuovo piena, regina tra le stelle.
Dove sei ora, dolce luna? Dietro a quelle nuvole che posizione occupi?

E l’ho saputo e dimenticato ancora, il vuoto, dopo che una nuova vita ha capovolto la mia, con un sorriso rinnovato e una forza al centro del petto che neppure intuivo, e che ora riconosco come un raggio il suo sole. Essere vicini e lontani, compagni e soli, innamorati e rabbiosi. Cercare una danza, perdere il passo, dimenticare la musica, ritrovarne l’origine, appoggiarsi a un ritmo base, madre terra, senza fiato, come un bacio primo, indivisibile, incorrotto, muto umido morbido.

Senza vuoto, tutto pieno, nella forma di un uomo che è solida nella sua eversione, ma piatta, disegno a matita, gomma da masticare, usa e getta, ultima della specie, barlume di luce a led, pallida imitazione dei colori della vita che indifferente canta i suoi silenzi.

Fermo. Potrò ascoltare immobile, davvero, nel centro del mio flusso, dentro e fuori su e giù pieno e vuoto? Potrò non tornare al passo della scimmia che mai rallenta, tutto nasconde, nulla comprende? E ritrovarti lì, in quella traslucida presenza d’amore che colma mentre svuota, mancato e mai nato, già vivo e incolto, puro e seme e luce e interno e incauto e inaudito? Forte perché privo di forma, immobile perché mai in quiete, puro perché mai lavato, senza potere su nulla, e tondo, cellula universo suono?
Canto?

Ri-detti (8)

Tanto va la gatta al lardo
che muore d'infarto.

lunedì 2 aprile 2012

Ri-detti (7)

Uomo illuso
mezzo deluso

Io ti parlo di lei

Io ti parlo di lei,
tu mi parli di lui.
Lei risponde a te
che parli di me.
Lui mi abbraccia
mentre chiedo di me.

Tutto si scioglie
nell’impresa del giorno
mentre passa il vento
e non toglie la puzza
di vernice fresca.

Ascolto il mare
che sembra tornare
da un ricordo lontano
come un guanto in lattice
usato e gettato.

Essere onda e andare
e venire andare
e venire oltre
lo scoglio dell’amore
che non so più abbracciare
con la fiducia di poterlo plasmare.

Io ti parlo di te
tu mi parli di me
e senza trovarci
ci cerchiamo da sempre.

Calvin and Hobbes - Oracolo 2

Condividevo con un mio collega l'idea di fare oracoli con le strisce di Calvin and Hobbes. Dopo aver letto il mio oracolo, e non conoscendo la striscia, il mio collega ha sfogliato google per trovare altre strisce. Ne pesca una che gli piace particolarmente e la leggiamo insieme. Eccola.


Poco dopo, in Segreteria, una viva discussione in merito alla ricerca di un fantomatico marito miliardario. Le domande sempre le stesse: cosa faresti per essere felice? Lasceresti la tua famiglia per un sacco di soldi?
Una nuova conferma che gli oracoli con le strisce di Calvin and Hobbes funzionano.

Di seguito una traduzione al volo.
Vignetta uno
c. Se potessi avere qualunque cosa, cosa sarebbe?

Vignetta due
h. Un grosso campo assolato nel quale stendermi

Vignetta tre
c. Uno stupido campo?!
Ma ce l’hai già adesso! Pensa in grande! Ricchezze! Potere! Immagina di poter avere qualunque cosa!

Vignetta quattro
c. Effettivamente, è difficile discutere con qualcuno che appare così felice.
h. Z

Prezzemolo

Una piccola ispirazione.
Un vaso, dell'acqua fresca, un mazzetto di prezzemolo.
Un profumo.

Intorno, agitazione, velocità, parole incaute, solitudine.
Il vaso, l'acqua fresca, il mazzetto di prezzemolo sono indifferenti.
Li osservo con attenzione, per ridare alle cose la loro reale dimensione.
E la solitudine scivola via.

domenica 1 aprile 2012

Calvin and Hobbes - Oracolo 1

Scopro che un monaco zen di Plum Village, della tradizione di Thich Nhat Hanh, realizza oracoli utilizzando le strisce di Calvin and Hobbes.
Ci provo. Pesco a caso una striscia, dopo una lunga sessione di meditazione seduta. E devo dire che è davvero efficace. Insomma, sono un vero angelo, dov'è la mia ricompensa?!


di seguito, una traduzione fatta molto velocemente (qualcuno me l'ha richiesta, grazie Daniela).
vignetta uno:

h. quella è una busta molto grande. devi spedire un libro?
c. questa è la mia lettera di natale. riesci a credere che spedirla mi costerà 2.40 dollari?

vignetta due:
h. si
c. bene, a questo prezzo, posso solo dire che Babbo Natale deve leggerla molto attentamente. L'anno scorso non ho ricevuto neppure la metà di quanto volevo.

vignetta tre:
h. ti sei comportato meglio quest'anno?
c. dipende da come... hey, cosa stai insinuando?! bene, voglio farti sapere che mi sono comportato come un vero angelo quest'anno, proprio come sempre!
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