sabato 31 agosto 2013

Bring it on




This garden that I built for you
That you sit in now and yearn
I will never leave it, dear
I could not bear to return
And find it all untended
With the trees all bended low
This garden is our home, dear
And I got nowhere else to go

So bring it on
Bring it on
Every little tear
Bring it on
Every useless fear
Bring it on
All your shattered dreams
And I'll scatter them into the sea
Into the sea

The geraniums on your window sill
The carnations, dear, and the daffodil
Well, they're ordinary flowers
But they long for the light of your touch
And of your trembling will
Ah, you're trembling still
And I am trembling too
To be perfectly honest I don't know
Quite what else to do

So bring it on
Bring it on
Every neglected dream
Bring it on
Every little scheme
Bring it on
Every little fear
And I'll make them disappear

So bring it on, bring it on
Bring it on
Every little thing
Bring it on
Every tiny fear
Bring it on
Every shattered dream
And I'll scatter them into the sea

Nick Cave

da qui, la mia solitudine


attaccamento al mondo come dolore
attaccamento all'amore come paura
attaccamento al tempo come frustrazione

lascio andare

giovedì 29 agosto 2013

La crisi riscalda il clima

Era un progetto emblematico: nel 2007 l’Ecuador
aveva annunciato di voler trasformare in zona
protetta il parco di Yasuní, nel bacino amazzonico,
rinunciando così a sfruttare enormi riserve di
petrolio in cambio di un impegno della comunità
internazionale a versargli su un fondo 3,6 miliardi
di dollari (2,7 miliardi di euro), cioè la metà dei
potenziali proitti petroliferi. Per preservare l’ambiente
e la Terra nasceva così un nuovo metodo:
un paese rinunciava a sfruttare certe risorse in
cambio di un riscarcimento economico della comunità
internazionale. Questa bella iniziativa è
inita. Il 15 agosto il presidente ecuadoriano Rafael
Correa ha annunciato di aver irmato il decreto
di liquidazione di questo fondo e quindi la ine del
progetto Yasuní. E ha chiesto al suo parlamento di
autorizzare lo sfruttamento dei giacimenti del
parco. Secondo Correa il fondo di compensazione
ha ricevuto solo 13,3 milioni di dollari.
La crisi mondiale non è estranea a questa situazione
e ha messo in diicoltà gli impegni di
vari paesi. Il 16 agosto la Nuova Zelanda ha annunciato
la sua rinuncia per ragioni economiche
all’obiettivo di ridurre entro il 2020 le emissioni
di gas serra di almeno il 10 per cento rispetto al
livello del 1990. Ha detto che si limiterà a una riduzione
del 5 per cento. David Cameron ha fatto
una scelta simile: in questi giorni il primo ministro
britannico ha detto varie volte che sarebbe un
“grave errore” privarsi della risorsa del gas di scisto.
I suoi argomenti: creazione di posti di lavoro
e riduzione delle bollette per le famiglie. Il gas di
scisto è una fonte di energia che produce alte
emissioni di anidride carbonica e diicilmente il
Regno Unito sarà in grado di onorare l’impegno
europeo di ridurre le emissioni di gas a efetto serra
del 20 per cento entro il 2020.
Questi segnali – sulla scia della corsa statunitense
al gas di scisto e al continuo aumento del
consumo mondiale di carbone – dimostrano il
prepotente ritorno delle energie fossili. In tempi
di crisi i governi fanno fatica a resistere ai loro interessi
immediati. Così, dopo una breve tregua,
dal 2011 le emissioni mondiali di CO2 hanno ripreso
a crescere. Cosa ci possiamo aspettare dalle
prossime fasi dei negoziati internazionali sul clima
e, in particolare, dalla conferenza che sarà
organizzata a Parigi alla ine del 2015?
Questo nuovo ciclo di discussioni dovrebbe
portare a un accordo mondiale per permettere di
contenere l’aumento medio della temperatura
del pianeta sotto i 2 gradi. Ma come arrivare a un
accordo ambizioso se la comunità internazionale
continua a mostrarsi così velleitaria e a fare scelte
energetiche in netta contraddizione con i suoi discorsi
virtuosi?

Un editoriale di Le Monde, da Internazionale 1015, da domani in edicola

La gioia dei numeri


Da adulti, però, ci può capitare di notare una controindicazione dei numeri. Certo, ci fanno risparmiare un mucchio di tempo, ma a costo di una grande astrazione. “Sei” è più etereo di sei pesci, proprio perché è più generale. Si applica a sei di qualsiasi cosa: sei piatti, sei pinguini, sei volte in cui viene pronunciata la parola “pesce”. È la cosa ineffabile che hanno tutti in comune.

Detta così, i numeri cominciano ad apparire un po’ misteriosi. Sembra che esistano in qualche sorta di mondo platonico, un livello al di sopra della realtà. Da questo punto di vista somigliano più a elevati concetti astratti (come la verità e la giustizia) che a normali oggetti di tutti i giorni. La loro identità filosofica diventa ancora più confusa se ci pensiamo su. Da dove vengono di preciso i numeri? Li ha inventati l’umanità? O li ha scoperti?

Un’ulteriore sottigliezza è nel fatto che i numeri (come tutti i concetti matematici, se è per questo) hanno una vita indipendente(2). Non li controlliamo. Nonostante il fatto che esistono nella nostra mente, una volta che abbiamo deciso che cosa significano non abbiamo voce in capitolo su come si comportano. Obbediscono a certe leggi e hanno certe proprietà, personalità e modi di combinarsi tra loro; non ci possiamo fare nulla, a parte guardare e cercare di capire. Da questo punto di vista ricordano stranamente gli atomi e le stelle, gli oggetti del mondo fisici, che sono anch’essi soggetti a leggi al di fuori del nostro controllo… con la differenza che non si trovano nella nostra testa.

da Internazionale, di Steven Strogatz

mercoledì 28 agosto 2013

Citazione Cecio #2

- Mamma, quando è Natale?
- Fra tanti mesi.
- Eh, ma io sono pronto!

lunedì 26 agosto 2013

l'occhio non coglie quel che il cielo sa


la natura apre quel che è chiuso


il movimento si appoggia sulla stabilità


leggera sul legno


giovedì 22 agosto 2013

l'apparente antichità delle cose


forte piano


siamo acqua che danza


Don't worry be happy



Bobby McFerrin

Circle song 6



Bobby McFerrin

mercoledì 21 agosto 2013

Variazioni sul tema di me

io
mani
osso
cielo
passaggio
ricordo

luce
contorni
ulivo
radice
sogno
segni
spazio
pagina
parole
onde
riflessi

Al porto

Il porto e una nave.
La tua.
Pronti a salpare,
dal cielo i segni
dal vento i presagi
che anticipano la rotta.
Quel che accadrà
è già stato.
Solo il tempo
svela
quel che la volontà
ha celato.

Luoghi #7

Tutti i colori del giorno
e quella voce che da lontano
chiama.

Solo un altro luogo della memoria

lunedì 12 agosto 2013

radici, ma sembra che galleggi


si allontana e la scia si allarga


nutriti e diventa grande


le sfumature ricordano al giorno la posizione del sole


leggera, ferma prima di ogni ferita


venerdì 9 agosto 2013

Have one on me



Joanna Newsom

giovedì 1 agosto 2013

Ciò che vuoi contrarre devi prima espandere

Ciò che vuoi contrarre devi prima espandere,
ciò che vuoi indebolire devi prima rafforzare,
ciò che vuoi rifiutare devi prima esaltare,
ciò che vuoi prendere devi prima dare.
Questa è detta "la visione sottile".
Il morbido e il debole sopraffanno il duro e il forte.

I pesci non possono lasciare le acque profonde.
Gli affilati strumenti dello stato
non possono essere mostrati ad alcuno
Lao Tzu, Tao Te Ching (ed. Feltrinelli, trad. A Sabbadini)

mi sveglio presto, il sole mi copre


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